"Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo"
George Santayana
"Venendo a mancare gli ultimi superstiti della deportazione nei campi nazisti, si sta chiudendo la cosiddetta età del testimone, come l’ha definita una storica francese, Annette Wieviorka. Il che pone numerosi interrogativi. Di quella ormai lontana tragedia che ha coinvolto non soltanto gli ebrei, che cosa possiamo affidare alle giovani generazioni, le quali hanno scarsissima consapevolezza del passato? La memoria, infatti, non s’insegna. Né sono utili i fervorini di circostanza per il 27 gennaio.
Nel bene e nel male, la nostra è una società profondamente globalizzata in cui le informazioni, specie quelle inattendibili, si diffondono alla velocità della luce. E la memoria – processo individuale, ma anche collettivo, per costruire l’identità nonché condizione necessaria al fine di programmare il presente e pensare al futuro – risulta molto corta. Per apprendere qualcosa dal passato non basta emozionarsi, assistendo a una proiezione cinematografica o teatrale: è indispensabile conoscere approfonditamente quel passato. In altri termini, occorre conoscere la storia.
L’alfabeto della Shoah, un lavoro originale e moderno, attesta che soltanto la storia ci permette di capire i motivi per cui fu avviato, nel civilissimo mondo occidentale, tecnologicamente ed economicamente evoluto, con pretese di superiorità morale verso le altre culture, un meccanismo perverso, al quale molti contribuirono, trasformandosi in carnefici o in complici dei carnefici. La conoscenza della storia, beninteso, non si configura come un valore in sé, però è lo strumento più importante per interagire col passato, non perdendo di vista il presente.
Le generazioni cresciute nei due o tre decenni successivi al secondo conflitto mondiale si reputavano fortunate, essendo le prime a beneficiare della pace in Europa, nonostante le tensioni della guerra fredda. Soprattutto pensavano che la pace si sarebbe proiettata nel futuro, per sempre. Purtroppo s’illudevano: lo dimostrano i recenti e terribili conflitti nella penisola balcanica e quello che tuttora insanguina l’Ucraina.
Ciò che accadde nell’Europa sotto il tallone nazista non sarà dimenticato se sapremo studiare e proporre la storia con diligenza e rigore, come ha saputo fare la classe 3a C della scuola «Guerrino Nicoli» di Settimo Torinese, avvalendosi di innovativi strumenti multimediali. Nello stesso tempo, il ricordo di quelle lontane atrocità si tramanderà efficacemente se riusciremo a ricongiungerlo con le atrocità di massa dei nostri giorni."
Silvio Bertotto
Archivio storico della Città di Settimo Torinese